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The newest member is Manuma92
Most users ever online was 6 on 9/7/2013, 16:00
Introduzione : Quando i sogni sembrano soltanto ricordi e quando i desideri sembrano impossibili da esprimere, c’è sempre una coccinella pronta ad aiutarti. Questa è la storia della Piccola e vecchia Lella .Una coccinella che contro ogni previsione ha vissuto a lungo la sua vita ed ha superato tanti ostacoli tutta da sola.Il suo ultimo desiderio è quello di aiutare qualcuno portandogli fortuna. Quando questo qualcuno ,però ti accoglie tra le sue dita, forse cominci a pensare che non tutto è andato perso e che la speranza non sia ancora esaurita.
L’ultimo Volo della coccinella
Con le mie ali ho sorvolato piccoli spazi e grandi oceani. Ho combattuto il freddo , il sole e contro ogni previsione ho compiuto quel viaggio che voi umani chiamate vita . Oggi sono anziana e non so più cosa poter fare. Il mio unico desiderio è quello di portar fortuna a qualche d’uno. La mia mamma mi diceva che da piccola lei piangeva quando un bambin poco felice la sceglieva e le diceva, “Amica mia aiutami tu”. Ormai triste ed abbattuta mi posai su una finestra. Forse lì avrei potuto dire addio alla natura e alla mia esistenza. Mi poggiai sul freddo del marmo e chiusi gli occhi. In quel momento la voce di un bambino mi risvegliò immediatamente. Mi voltai e lo notai. Il suo piccolo dito era puntato verso me e così compresi che voleva che io salissi e andassi da lui.
Mi rialzò vicino il suo visino e mi scontrai con due occhioni azzurri. Di uomini ne avevo visti tanti, ma tutti quelli che avevo incontrato non avevano quegli occhi così chiari.
-E tu che cosa sei?
Mi chiese il piccolino.
-Sono una vecchia coccinella, non vedi?
Piegò la testolina confuso e il foulard che portava in testa gli cadde in terra , scoprendo il suo capo rasato.
-Come mai non hai i capelli?
Gli chiesi sorpreso. Tutti gli uomini che avevo visto avevano dei peli sulla testa e tutti quelli che non ce li avevano erano molto vecchi.
-Beh , amica mia , la mamma mi ha detto che un piccolo mostro impaurito si è rifugiato nel mio pancino !
Ero confusa.
-E non hai paura di questo mostro?Io ne avrei …
Lui sorrise.
-No, che non ho avuto paura. E’ un mostro spaventato. Io sono un ometto..
Pronunciò fiero battendosi una mano sul petto. Poi il suo sorriso si tramutò in una smorfia e con le spalle chine mi portò con lui sul letto.
-Ehi ,perché quest’aria triste?
Il bambino strinse le labbra per reprimere le lacrime,ma non ci riuscì e così con un pugno stretto si strofinò gli occhi.
-Ecco, piccola coccinella, io non ho paura di questo mostro!
Lo guardai perplesso.
-E allora perché piangi?
Tirò su col naso e mi rispose.
-Piccola coccinella, io piango perché la mia mamma e il mio papà resteranno soli senza di me!Il mostro ha troppa paura e mi vuole con sé!
Mai nella mia lunga vita...
<<”Nico?”>>
Lo richiamai.
<<”Mmh!”>>
Fu la sua risposta.
<<”Perché i miei sentimenti ti erano indifferenti?”>>
Seguii altro silenzio e senza rendermene conto mi ritrovai nel mondo dei sogni, ancor prima di sentire la sua risposta.
Lui si avvicinò ancora sino a che la sua mano calda non si posò sul mio viso. Chiusi gli occhi ed un profumo di fragole, cullò quella coccola. Quando li riaprii lo sguardo che mi fissava era scuro, bello e le labbra che si avvicinavano a me erano sicuramente dello stesso sapore di quel frutto di cui avevo sentito l’odore. Mi agganciai al collo di quello che ormai aveva assunto le sembianze del mio autista. Di Noa. L’odioso Noa. Quel Noa che non mi rivolgeva la parola da alcuni giorni. Quel Noa che mi evitava .Sentii la consistenza della sua bocca, il suo respiro sul mio viso,le sue mani sui miei fianchi e le mie tra i suoi capelli. La cosa sconvolgente però era la mia volontà di voler ardere tra le sue braccia.
<<”Porca puttana !”>>
Sbraitò portandosi le mani tra i capelli. Mi avvicinai a lui e constatai che l’appartamento aveva la porta aperta. Quando la spalancammo restai senza fiato. Il letto era stato trafitto con dei colpi di pistola. La tavola era riversata sul pavimento con le gambe all’aria. I piatti della piccola cucina scaraventati al suolo e ridotti in frantumi.
Ah! Che giornata..
Comincio a sentire la stanchezza...
Palestra e lavoro, lavoro e palestra...
A volte penso che la routine possa uccidermi,
altre ,come stasera,
credo che possa rigenerarmi!Mi piace..
Non mi importa più se il sabato non ho un cavolo da fare..
non mi frega più di tanto degli altri, al primo posto , ora voglio mettere me stessa.
Comincio a sperare, vorrei sperare in cose nuove..
Potrei sperare di aprirmi finalmente al mondo con la giusta spensieratezza dei miei vent'anni.
Per questo devo ringraziare una mia cara amica, ormai ci conosciamo da una vita, e credo che se lei non mi avesse
spinta in questa nuova piccola avventura,probabilmente ora sarei ancora vittima di una vita troppo vuota!!!
Desidero arrivare alla sera sempre così stanca.
Questa sensazione di torpore, mi ricorda che ogni giorno sto facendo qualcosa per me!
A parte ciò...
Ho ripreso a scrivere e non è cosa da poco!
Sarà difficile farsi apprezzare di nuovo dai propri lettori, però non demordo, magari qualcuno ritornerà.
Baciotti ,MissNanna
Mi rialzai in piedi. Addosso avevo il mio pigiama invernale ,anti-stupro ,che usavo quando non dormivo con Richard. Avevo ancora freddo, così indossai l’unica cosa più vicina . La felpa blu che mi aveva prestato l’autista carino ed altrettanto buzzurro. La infilai e senza volere mi ritrovai ad annusarne il profumo mischiato al sapore della sua pelle sudata. Era forse una cosa disgustosa , ma a me piaceva, sapeva d’uomo .Sapeva di lui
.
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